È vero: arriva Caravaggio in San Luigi dei Francesi, ed è un fulmine a ciel sereno, una tale dirompente novità con cui è impossibile non fare i conti.
Ma come ci arriva? E soprattutto, quanti contratti ci vogliono, e quanti artisti, per arrivare fino a lui? Almeno tre artisti e un numero imprecisato di contratti, postille, revoche.
La cappella Contarelli è uno spaccato dei rapporti di committenza, degli scontri di potere tra le parti (il cardinale Matteo, i suoi eredi, la Congregazione di San Luigi, il Papa …) consueto altrove ma a Roma esplosivo.
Dopo i grandi dipinti a olio di Caravaggio ci sarà un cardinale, Polet, il cui animale araldico è un bel polletto, che invertirà la rotta e affiderà gli affreschi della sua cappella, dedicata a Santa Cecilia, al classicissimo (e bellissimo) Domenichino.
Poi Plautilla Bricci e la sua cappella di San Luigi e prima ancora di tutto, la bottega di Perin del Vaga all’opera a metà Cinquecento nella cappella di Clodoveo, ovvero il mito di fondazione di una monarchia che si è pensata “assoluta” fin dagli inizi.
Non ci sono foto di gruppo perché il sagrestano incombeva con il suo “Silence!” e le sue incursioni (bonariamente) repressive.
Ma la visita è stata molto apprezzata e di questo ringraziamo Rossella Faraglia e tutti i partecipanti e Alma Raba Carmona per le foto.