Il 6 Novembre abbiamo fatto una visita alla mostra su Klimt, presto sold out (se siete interessati a un altro turno, scriveteci: associazioneartedellamemoria@gmail.com).
Ecco un resoconto con immagini.
In apertura di visita, l’iconica immagine di Klimt, vestito di un rozzo camicione lungo fino ai piedi, con un gatto in braccio, ben rappresenta l’idea di genio e sregolatezza ma può essere ingannevolmente riduttiva.
Gli inizi della sua carriera artistica procedono nel solco di una pittura classica nello stile e storica nei contenuti, ben accolta dall’ambiente tradizionalista viennese di fine ‘800, quando l’imperatore Francesco Giuseppe incentivava il progresso in una cornice di libertà sociale limitata.
Il subitaneo successo, invece che punto di arrivo, è stato trampolino di lancio verso forme artistiche lontane dai canoni accademici: è la cosiddetta secessione viennese, in cui Klimt, in compagnia di altri artisti (tra cui il fratello Ernst e l’amico Franz von Matsch), si muove alla ricerca di un’arte onnicomprensiva negli stili, nelle espressioni e nelle influenze.
Punto di svolta, quella che sarà la sua ultima commissione pubblica: la decorazione del soffitto dell’aula magna dell’Università di Vienna con rappresentazioni di tre facoltà: Filosofia, Medicina e Giurisprudenza. I committenti, che avevano immaginato una sobria rappresentazione, si ritrovarono una serie di corpi sensuali ed enigmatici, talmente scandalosi ai loro occhi che le opere vennero rifiutate.
Altra espressione geniale e provocatoria è il ‘Fregio di Beethoven’, ispirato alla nona sinfonia del compositore. Articolato su 3 pannelli in sequenza, rappresenta una sorta di percorso di redenzione dell’uomo che muove verso la felicità per mezzo dell’amore, un cammino irto di ostacoli e di forze ostili.
Ricordiamo infine il dipinto simbolo della mostra, la ‘Giuditta e Oloferne’ (dalla posizione non felice all’interno della mostra). La donna è simbolo ed espressione di volontà, fascino e crudeltà e non più un semplice mezzo, quasi impersonale, della volontà divina.
Quanto sopra e molto altro ci è stato presentato dalla nostra guida Federica Di Folco che ringraziamo per averci accompagnato restituendoci tutta la complessità dell’arte di quel periodo in modo perfettamente godibile.