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Foto della Visita alle Case Romane del Celio – 13 Aprile 2025

La strada del Celio su cui affacciano le Case romane è detto Clivo di Scauro dal nome di un censore di fine II secolo a.C. che ne finanziò la realizzazione.

Gran parte della domus e dell’insula di diverse fasi costruttive che la precedette, si trova sotto la chiesa dei santi martiri Giovanni e Paolo. Costoro erano due alti funzionari della corte imperiale che vivevano proprio qui. Si convertirono al cristianesimo e perciò vennero estromessi dalla corte e perseguitati. Secondo la leggenda, l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata per aver promosso un ritorno al paganesimo in un’epoca già pienamente cristiana (metà IV secolo), li fece giustiziare nella loro stessa casa, cosa sanzionata già dalle Leggi delle XII tavole. L’esecutore del crimine inaudito, temendo ripercussioni, li seppellì sotto la grande scala che porta ai piani superiori. Dopo la condanna, tre sodali di fede, Crispo, Crispiniano e Benedetta si recarono a pregare nascostamente sulla loro sepoltura. Scoperti, vennero a loro volta giustiziati e seppelliti lì accanto. Alla morte di Giuliano la vicenda divenne di dominio pubblico e molti andarono in pellegrinaggio. Il luogo venne così riadattato: si aprì in cima a una scala una “fenestella confessionis”, che comunicava con il piccolo ambiente affacciato sulle tombe dei martiri. Questi vani vennero tutti decorati con affreschi interessantissimi e importanti per la datazione: rari sono infatti gli affreschi cristiani datati IV secolo che non siano in ambienti catacombali.

Ma questo è solo l’ultimo atto della destinazione d’uso degli ambienti sotto la chiesa. In realtà quello che Sara Millozzi ci ha illustrato è un insieme edilizio di grande complessità e di difficile lettura, i cui ambienti e le cui decorazioni sono tuttora oggetto di dibattito (e di controversia). Si parte dall’esterno, da come dovevano risultare gli ambienti di alcune botteghe di III secolo che affacciavano, tramite portico, sul Clivo. Andando per ordine, pur nella complessità, le analisi delle murature permettono di distinguere tre fasi principali: una di II secolo, in cui venne costruita una ricca domus dotata di impianto termale; una di inizio III secolo, quando venne edificata un’insula, cioè un edificio per ceti meno abbienti con vani commerciali al piano terra (quelli che si vedono tuttora lungo la strada, benché tamponati) e vani residenziali, dati in affitto, a quelli superiori; un’altra di fine III – inizio IV secolo, quando un unico ricco proprietario sistema l’intero isolato riservandone il piano terra a propria residenza e mantenendo a reddito i piani superiori.

Un vero e proprio viaggio nel tempo, in ambienti affascinanti per le decorazioni ad affresco e per i tanti resti di mosaici pavimentali. Anzitutto il “Tablinum” la sala di ricevimento, ovvero la Sala dei Genii dove, dipinti su fondo bianco, figure aggraziate e quasi evanescenti di giovani alati simboleggiano verosimilmente il corso delle stagioni. Poi sale in cui la pratica di imitare il marmo dipingendo sul muro un finto opus sectile dà il meglio di sé (notevole il finto alabastro…), e infine la Sala dell’Orante, con una figura femminile a braccia aperte e sollevate cui viene usualmente data un’interpretazione di segno cristiano. Ma il sincretismo religioso di questi secoli caotici e difficili mette in guardia da posizioni univoche… Infine, il Ninfeo, con uno degli affreschi meglio conservati, sebbene di qualità artistica non eccelsa. Al centro due figure femminili, forse Cerere e Proserpina (ma più verosimilmente Venere e un’enigmatica compagna), accettano un’offerta da una figura maschile (forse Bacco) in un ambiente marino, con barche da pesca e perfino un piccolo porto, in cui amorini caricano merci, pescano… L’ambiente, con le sue nicchie per piccole fontane un tempo stillanti acqua, fa anche ricordare che proprio qui sotto ci sono delle grotte sotterranee con un piccolo, azzurrissimo lago.

Storia, arte, religione, vita quotidiane delle diverse classi sociali nel racconto dettagliato e appassionante di Sara Millozzi, la nostra amatissima e preparatissima guida.

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