Architetto e designer fra i più influenti del ‘900, Alvar Aalto è uno degli esponenti del Movimento Moderno che ha maggiormente influenzato l’architettura e l’urbanistica del secolo scorso. Essenziale nello studio Aalto l’apporto creativo e progettuale e delle due mogli Aino Marsio prima e Elsa “Elissa” Mäkiniemi poi.
Accompagnati da Alberto Coppo abbiamo esplorato al MAXXI la mostra allestita in modo eccellente dallo studio Space Caviar. In essa sono presentati undici progetti realizzati dallo studio Aalto nell’arco di un sessantennio di attività, dai primi anni ’20 agli anni ’80’ del ‘900. Progetti assolutamente eterogenei fra loro (da circoli operai a municipi, da villette unifamiliari a complessi residenziali, da dormitori a opifici, a chiese) ma tutti caratterizzati da alcuni denominatori comuni in una sorta di ‘marchio di fabbrica’ del percorso professionale dell’architetto finlandese: attenzione ai gusti e alle esigenze delle persone e armoniosa simbiosi con la natura circostante. Le sue parole: “La vera architettura esiste solo quando pone al centro l’essere umano” sono infatti il focus di questa bella mostra e i disegni, le planimetrie, le piante, le foto e i plastici, così come Alberto ci ha ampiamente illustrato, declinano le suddette coordinate generali nei singoli progetti.
Nell’efficace percorso ‘a oasi’ ideato dai curatori e dagli allestitori, si snodano alcuni progetti iconici: una residenza estiva sull’isola di Muuratsolo, piccolo edificio senza fondazioni che poggia direttamente sulla roccia e dalle originali facciate composte da diversi tipologie di rivestimento in mattoni e ceramica.
E, a seguire (in un percorso non cronologico, ma appunto a oasi e per tipologie) la biblioteca civica di Viipuri, degli anni ‘20, i cui interni, di assoluta modernità, rendono fruibili gli spazi attraverso cambi di quota senza soluzione di continuità.
La villa Mairea, posizionata su una collina immersa in un’area boschiva, presenta una piscina a forma di conca naturale, originale gemma nell’ambito generale di una riuscita combinazione di elementi architettonici moderni con dettagli e materiali ripresi dalla tradizione finlandese. Una sorta di modello 1:1 dello “scheletro” della piscina accoglie i visitatori all’ingresso della mostra.
La Baker House, ossia la casa dello studente nel campus universitario del MIT, Massachusetts, è definita con un innovativo e ingegnoso impianto a doppia curva a massimizzare il numero di alloggi realizzabili.
Qua e là sono riportate testimonianze di design contestualizzato per ciascun progetto, alla ricerca del giusto compromesso tra funzionalità, bellezza ed ergonomia. Si incontrano così oggetti di mobilio divenuti oggi del tutto familiari ma di assoluta novità per i fruitori dell’epoca: sedie, tavoli, vasi, brocche.
Come sempre Alberto Coppo ha commentato e chiarito con rimandi e collegamenti la progettualità di Aalto e quella di altri fondamentali architetti a lui contemporanei (Le Corbusier e Van der Rohe,…). Per una ricostruizione del lato “umano” di un movimento che ha fatto la storia dell’architettura contemporanea.