Filippo Marini Recchia ci ha guidato ieri a Ostia, prima colonia romana, snodo commerciale e portuale in epoca repubblicana e imperiale, e ci ha illustrato le scoperte storico archeologiche consolidate (ma non troppo) nonché le recenti acquisizioni derivate dalle recenti campagne di scavo, in siti da lui individuati.
Da questo punto di vista la nostra guida è stata tutt’altro che parsimoniosa di informazioni e curiosità tanto che abbiamo potuto ricevere notizie di prima mano su ricostruzioni di ambienti e su ipotesi materialmente fondate su datazioni e contesti. Filippo da anni si dedica agli studi ostiensi. È un archeologo molto particolare, la sua conoscenza degli strumenti operativi, della scienza epigrafica, della storia del luogo e della storia degli scavi è vastissima, ed è associata a una capacità non comune di comunicarla.
In particolare ci ha accompagnati nell’area di scavo nei pressi degli horrea, i magazzini pubblici per la conservazione del grano. Sono emerse porzioni di mosaico, poi i resti di una fornace (calcara) e di una latrina pubblica, elementi diversificati che al momento non rendono chiaro il quadro funzionale dell’area e che richiedono ulteriori approfondimenti.
Nei pressi della Porta Marina, all’uscita della città, verso il mare, Filippo ci ha poi presentato l’altra importante zona di scavi, oggetto di considerazioni e supposizioni anche contrastanti. Un breve inciso: siamo nei pressi di una domus famosa per le sue straordinarie decorazioni parietali ad intarsio marmoreo (opus sectile), attualmente ammirabili presso il Museo delle Civiltà. Ci troviamo quindi nella zona dove si ritiene dovesse essere presente il tempio di Vulcano, nume tutelare di Ostia. Eminenti studiosi sono giunti a questa conclusione per via deduttiva e induttiva: Filippo ci ha raccontato alcuni aneddoti al riguardo, anche divertenti, soffermandosi in particolare sui ‘Fasti Ostiensi’, lastre epigrafiche di marmo che raccontano di importanti eventi politico religiosi a cavallo del I secolo AC e del II secolo DC. Grazie ai suoi pazienti studi si sono potuti ricostruire alcuni momenti della movimentata vita dell’imperatore Adriano, viaggiatore per eccellenza.
Camminando lungo il decumano massimo ci siamo soffermati sugli altri luoghi caratteristici della vita pubblica e privata della città (alcuni esempi: il Teatro, costruito da Agrippa, il genero di Augusto, il Capitolium, l’area di 4 tempietti associata alle vicende della famiglia di Lucilio Gamala senior). Abbiamo anche ascoltato del modo particolare con cui Ostia veniva amministrata tramite i duoviri, magistrati che avevano funzioni insieme militari e sacerdotali.
La grandissima competenza di Filippo, il suo metterla a disposizione di un gruppo eterogeneo di non addetti ai lavori (sebbene tutti super-motivati) ha reso lieve la calura perché quello che non può il meteo può la generosità dello studioso e lo scambio tra persone che condividono passioni e interessi.
Abbiamo apprezzato moltissimo la disponibilità a guidarci in una visita al nuovo Museo di Ostia Antica, la cui riapertura è prevista per fine anno. Per cui, preparatevi e “stay tuned”…