Oggi pomeriggio visita alla Galleria Corsini, una delle due sedi della Galleria Nazionale d’Arte Antica. Un pomeriggio di delirio urbano, con il turismo di occupazione che rendeva impossibile persino camminare tra Circo Massimo e Trastevere, con un pubblico in delirio per la discutibile rievocazione “storica” delle guerre marcomanniche (!!!).
La Galleria Corsini, invece, come sempre, era deserta. E come spesso accade, le persone in visita con noi non l’avevano mai vista. Poco pubblicizzata? Poco adatta a mostre roboanti ma solo di nicchia e con difficoltà di allestimento visto che non dispone di locali per esposizioni temporanee? Forse, fatto sta che il palazzo possiede una collezione settecentesca (con aggiunte ottocentesche) integra e godibile nella sua bellezza, frutto di un collezionismo vorace sì, come sempre, ma anche oculato e attento alla sua conservazione.
Tommaso Corsini Junior donò allo Stato italiano il palazzo di famiglia, insieme alla collezione ad esso vincolata dal fidecommesso che ne impediva la dispersione, costituendo così la base cospicua della attuale Galleria Nazionale d’Arte Antica. Un museo nazionale che mantiene il suo volto e il suo contesto integri, con i suoi Guido Reni, Guercino, Lanfranco, Caravaggio, Maratta … con le sue porte dipinte e le splendide consoles di legno dorato con sopra bronzetti pregevolissimi, e con due pezzi d’arredamento antichi “eponimi”: il Trono Corsini e la Coppa Corsini, l’uno copia romana di un bizzarro trono di principe etrusco e l’altra, di argento a sbalzo, con – forse – l’ultimo atto della vicenda di Oreste: quando Atena mette il suo voto nel bussolotto al processo che secondo le Erinni dovrebbe condannare il matricida. Atena vota per l’assoluzione e riesce poi ad avere ragione delle furibonde Erinni, volgendole in Eumenidi, le “benevole”.
Un’idea della giustizia nuova e alta, ce ne sarebbe bisogno davvero molto…