Un’attività di banchiere nata dalla mercatura: su questo schema, consueto nella prima età moderna, si modella la vicenda di Juan Enriquez de Herrera.
Iniziò con il commercio di panni di lana nella nativa Cuenca, passò alle pratiche finanziarie, giunse a Roma nel 1568 e dieci anni dopo fondò un banco insieme a un socio di tutto rispetto, il ligure Ottavio Costa. Suo figlio Diego si riprese da una gravissima malattia e Juan, per grazia ricevuta, decise di far decorare la cappella acquistata nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli con un ciclo dedicato a San Diego di Alcalà.
Chiamò un artista di grido, che aveva appena smontato i ponteggi di Palazzo Farnese: Annibale Carracci. Juan de Herrera volle una pala d’altare, affreschi sulle pareti e sul cupolino. Alla cappella lavorò un allievo eccellente del maestro: Francesco Albani. Avremo modo di raccontare le vicende che hanno portato allo smembramento di questi pezzi, ora divisi in due musei spagnoli, e del trasferimento della sola pala d’altare in Santa Maria di Monserrato.
Per la prima volta infatti tutti i pezzi sono riuniti in una cappella costruita ad hoc in Palazzo Barberini presso lo splendido salone di Pietro da Cortona, e alla fine di un percorso tra le opere eccelse della Galleria nazionale d’Arte antica.
- A cura di: Rossella Faraglia