No, non dipingo persone grasse”: questo il laconico commento di Botero che si legge in molte delle interviste rilasciate. Se si studia l’opera dell’artista colombiano si riesce a comprendere il tono sconsolato di una tale affermazione: Botero non è solo il pittore di personaggi obesi, così come Giacometti non è affatto il pittore di figure anoressiche.
Dietro la sua deformazione c’è un forte amore per la “formazione”, per la pittura della forma, per quelli che Berenson, grande fonte di ispirazione per Botero, chiamava “valori plastici”. Se dunque si desidera comprendere meglio l’origine dell’immaginario figurativo di Botero, occorre davvero prendere al balzo l’occasione offerta dalla mostra di Palazzo Bonaparte: i due piani dell’esposizione forniscono una panoramica completa dell’opera del maestro, presentando celebri capolavori accanto ad opere che vengono esposte a Roma per la prima volta in assoluto.
- A cura di: Federica di Folco