L’immancabile giro ad anello, prediletto da Alberto Coppo nelle sue impareggiabili visite sulla Roma delle borgate, sotto il cielo splendido di una giornata soleggiata, si è svolto ieri in una zona della Garbatella edificata nell’arco di pochi decenni, tra la fine anni degli anni ‘20 e i primi anni ‘30 del ‘900. Si tratta della zona tra piazza Biffi e piazza Damiano Sauli, a completamento dei discorsi sull’architettura di questo quartiere popolare, iniziati nella prima visita di qualche mese fa. Lì, a piazza Brin, vedemmo le prime realizzazioni abitative per i ceti operai di quel polo industriale che doveva sorgere intorno alla via Ostiense e che non è stato mai completato.
Ieri abbiamo iniziato dagli Alberghi suburbani, quattro edifici commissionati dall’Istituto Case Popolari (ICP) a Innocenzo Sabbatini e costruiti a partire dal 1927, con piante vaste ed articolate, che hanno subito mutazioni nel tempo, visto il cambiamento della destinazione d’uso: da “alberghi” appunto, temporanei, per chi veniva sfollato dai quartieri di nuova costruzione ad abitazioni di residenza. Edifici dotati di servizi capaci di soddisfare le necessità di centinaia di ospiti, cucine e mense, bagni comuni, persino locali dove gli sfollati potevano provvisoriamente custodire tutte le loro cose. Come alberghi funzionarono per poco tempo, dal momento che gli ospiti tendevano a rimanervi a lungo: l’ICP li ristrutturò dopo pochi anni, e ricavando abitazioni dotate di bagni e cucine, che furono date poi in affitto. L’ultimo degli alberghi in realtà non fu mai un albergo, già dalla costruzione era diviso in appartamenti.
Siamo poi saliti verso Piazza Sauli, la zona più alta e centrale del quartiere, su cui affaccia la chiesa di S.Francesco Saverio e il grande edificio della scuola Cesare Battisti, incontrando lungo il percorso edifici molto diversi fra loro: gli architetti che lavorarono alla Garbatella furono lasciati liberi di sperimentare, e quindi in mezzo a edifici pittoreschi, con elementi architettonici usati in modi vari e originali, si incontra al lotto XXVII un edificio progettato da Giuseppe Nicolosi in puro stile razionalista, e poi la Scuola dei bimbi, in stile più classico con colonne e capitelli, costruita sui resti di un’ antica casa romana.
Poi, sotto gli sguardi incuriositi degli abitanti, ci siamo diretti verso Piazza S. Eurosia dove, nel 1929, un concorso per case modello vide la progettazione e la realizzazione delle case popolari nel lotto XXIV. Plinio Marconi diresse il gruppo di lavoro di cui fecero parte architetti tra i più importanti dell’epoca: Pietro Aschieri, Gino Cancellotti, Mario De Renzi, Mario Marchi, Luigi Vietti. Vinse Mario De Renzi con un edificio insieme classico e razionalista.
E infine l’ultimo tratto, fino a Piazza Sapeto, per poi discendere verso la fontana di Carlotta, e verso via Brollo, dove è il piccolo bassorilievo con l’effigie della cosiddetta “Garbatella” che forse non fu mai una ostessa garbata, dovendo il quartiere probabilmente il nome dal tipo di coltivazione della vite, “a barbata” o “a garbata” che probabilmente qui esisteva prima della nascita del quartiere.