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Foto della Antica Farmacia di Santa Maria della Scala – 7 Ottobre 2023

Sembra una farmacia come tante, quella di Santa Maria della Scala in Trastevere, con la sua croce verde luminosa all’angolo del palazzo che affaccia sulla piazza omonima. In realtà una porticina a sinistra della farmacia immette, al secondo piano, in uno dei tanti gioielli nascosti fra le pieghe della storia di Roma: la Spezieria di Santa Maria della Scala, sorta a metà ‘500 ad uso del convento dei Carmelitani Scalzi connesso all’omonima chiesa adiacente.

Si ritiene che sia la più antica farmacia d’Europa, un primato non avvalorato però da fonti certe. Di sicuro è stata la più importante della città, frequentata anche dalle alte gerarchie ecclesiastiche grazie alla sua vicinanza a San Pietro.

La nostra guida Federica Di Folco ci ha esposto con la consueta competenza e vividezza le principali tappe di un percorso storico del tutto originale: qui venivano prodotti e, a partire dal ‘600 anche venduti, medicamenti a base di erbe ed estratti vegetali. Nel ‘700 la farmacia divenne poi anche un centro di formazione dove si potevano apprendere le proprietà terapeutiche delle piante. Ne è esempio l’”Hortus Sanitatis”, volume-erbario che fa bella mostra di sé durante il percorso di visita. Ricovero ospedaliero nei mesi effimeri della Repubblica Romana, venne qui accolto, fra gli altri, Luciano Manara. Momenti di vita quotidiana e grandi eventi che si intrecciano indissolubilmente… tutto ha un epilogo nel 1954 quando la farmacia viene chiusa in quanto non più rispondente agli standard igienici della produzione fitoterapica.

La visita dei vari ambienti ci ha aperto un inaspettato scenario di soffitti affrescati con tendaggi illusionistici all’interno di cornici con i fiori e le erbe che servivano per i farmaci, mobili originali del ‘700, ritratti di visitatori illustri quali il re Vittorio Emanuele I, quindi vasi e alambicchi in splendide teche o semplici armadi di legno, strumenti di lavorazione artigianale nell’annesso laboratorio.

Innumerevoli i medicamenti, tra cui la cosiddetta “Teriaca” usata sin dall’antichità come antidoto contro i veleni e composta da diverse sostanze naturali tra cui la carne di vipera, per la convinzione che l’animale conservasse anche l’antidoto al suo veleno.

A gradita conclusione della mattinata ci siamo affacciati all’interno della chiesa, il cui nome deriva dall’immagine miracolosa di una Vergine, originariamente posta su una scala tra i poveri edifici del quartiere. In essa avrebbe dovuto trovar ricovero uno dei capolavori di Caravaggio: la Morte della Vergine, oggi al Louvre, non accettata per note ragioni iconografiche dai committenti carmelitani. Al suo posto, una bella pala del veneziano Carlo Saraceni, uno dei seguaci di Caravaggio che più ammirò il maestro. Nella prima cappella destra, un altro caravaggesco, Gherard Van Honthorst firma una pregevole morte di San Giovanni Battista. L’eleganza dell’architettura delle cappelle e del presbitrerio, con i loro marmi preziosi, rendono questo luogo di culto più che meritevole di una visita. Del resto, come abbiamo imparato in questi anni, tutte le chiese italiane e di Roma in particolare lo sono…

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