Abbiamo visitato il magnifico Palazzo della Cancelleria, storica sede apostolica che ancora oggi accoglie i tribunali della Santa Sede.
Considerato il primo palazzo rinascimentale di Roma, fu edificato per volontà di uno dei protagonisti della Roma di fine ‘400: il cardinale Raffaele Riario, pronipote di Sisto IV, che fu suo camerlengo nonché cardinale e vescovo di numerose diocesi.
Un personaggio per molti versi ambiguo di cui si ricorda il possibile coinvolgimento nella congiura de’ Pazzi e in una successiva contro Leone X. Anni di intrighi e di appassionanti vicende storiche…
Raffaele Riario condivise la passione per le arti e il mecenatismo con tanti protagonisti del governo della Chiesa dell’epoca e proprio questa passione lo portò a pensare a uno sfarzoso palazzo in una zona vicina al Vaticano e al centro degli affari.
Non si hanno notizie certe sull’architetto, un’ ipotesi riporta a Baccio Pontelli: lo stile classico della facciata in travertino, a “travata ritmica”, cioè con lesene disposte a intervalli regolari tra finestroni sormontati da archi, lo si ritrova nell’edilizia di Urbino, dove è attestata la presenza di Pontelli alla corte di Federico da Montefeltro. Un indizio flebile ma di fatto non sembra esserci molto più di concreto.
Donato Bramante è invece sicuramente l’autore del cortile interno, arioso e luminoso, con preziose colonne di granito rosa che si ritiene provengano dal vicino Teatro di Pompeo. Il porticato spicca per eleganza, con la sua regolare successione di volte a crociera.
Il cuore della nostra visita sono comunque state le sale del piano nobile: la Sala Riaria, o Aula Magna, con diversi affreschi e un bel quadrante d’orologio decorato dal Baciccia, la Cappella del Pallio, con stucchi e dipinti di Francesco Salviati nella sua tipica maniera elegante e quasi estenuata, e la Sala dei 100 giorni affidata a Giorgio Vasari. Il nome della sala ricorda il breve lasso di tempo messo a disposizione dell’artista dal committente cardinale Alessandro Farnese. Un fattore che, insieme al largo uso di aiuti, probabilmente non ha giovato alla qualità esecutiva, tanto che lo stesso Vasari così dice ne ‘Le Vite’: “meglio sarebbe stato aver penato 100 mesi e averla fatta di mia mano”. Storie allegoriche, riquadrature archiettoniche, trompe l’oeil di grande originalità: tutto il repertorio acquistito da un artista, pittore e architetto, dedicato a una rappresentazione encomiastica dello zio del committente: il papa Paolo III Farnese, in una congiuntura storica cruciale.
Infine una curiosità: nelle cantine sono visitabili i resti del sepolcro del console Aulo Irzio, sommersi da un placido laghetto profondo pochi metri.
Cosa sarà mai?…scoperto a seguito di lavori di scavo degli anni ’30, si è capito essersi formato a causa dell’ostruzione dell’Euripus, un canale utilizzato per regolare il livello delle acque delle vicine Terme di Agrippa. Peccato che, dopo anni e anni, sia ancora occupato da una sedicente “macchina” leonardiana, uno dei pezzi di una mostra permanente (e discutibile).
La nostra guida Federica Di Folco ci ha accompagnato, con la sua spiccata comunicativa e la consueta competenza in questo viaggio multidisciplinare, sulle tracce di eventi e protagonisti dell’Italia rinascimentale.