La valle dell’Amaseno è un’anticipazione della Campania nel Lazio, con i verdissimi monti Ausoni e centri che ricordano, prima dei Romani, le popolazioni volsce.
Il complesso abbaziale di Fossanova si insediò al margine della valle come primo esempio nel Lazio dell’architettura cistercense di derivazione transalpina.
Emanuele Gallotta, che ha studiato a lungo gli scambi tra Francia e Italia durante il tardo Medioevo, ci ha illustrato le caratteristiche dell’insediamento nel suo lento divenire, poco distinguibili in una visita affrettata.
Fossanova è “figlia” dell’abbazia di Hautecombe, e il suo ottimo stato di conservazione ha consentito di farci un’ idea piuttosto chiara del vivere quotidiano dei monaci appartenenti all’ordine cistercense, sorto in Francia nell’XI secolo per l’esigenza di un ritorno alla stretta osservanza della regola benedettina.
Il nostro percorso ha avuto inizio con la visita alla chiesa, consacrata da Papa Innocenzo III a inizio XIII secolo. Splendida nel colore ambrato della pietra calcarea locale, il suo “gotico” è più sobrio rispetto alla tradizione francese, ma ha la tipica struttura modulare che da quella deriva. Si assiste qui per la prima volta, nel Lazio meridionale, all’uso della crociera, dei contrafforti esterni, e in sostanza a una scansione diversa degli spazi interni, di assoluto rigore formale, privi di decorazioni e con la presenza di semplici capitelli fitoformi, un’estetica in linea con le teorie del teologo dell’ordine, Bernardo da Chiaravalle.
Nel chiostro abbiamo ritrovato la stessa semplicità di forme ad eccezione del lato sud, più tardo, con colonnine binate riccamente decorate.
Da qui si è avuto accesso al refettorio con le caratteristiche arcate a diaframma e quindi alla sala capitolare, il luogo di riunione dei monaci cui erano attribuiti incarichi di governo.
Presso la cappella di San Tommaso c’è la stanza in cui si spense il padre della Scolastica, dopo aver recitato, pare, un passo del Cantico dei Cantici.
Abbiamo proseguito nella foresteria, nell’infermeria, in una sorta di cittadella ricca di ambienti in cui vivevano i monaci e quelli dedicati ai ‘conversi’ laici che espletavano i lavori più umili ma indispensabili per una proficua gestione dell’abbazia.
Di seguito un resoconto con immagini.