Passeggiata al centro di Roma, con notevole presenza di turisti, fatto un tempo dato per scontato, anche nei suoi eccessi, ma che oggi sembra in certa misura scaldarci il cuore.
Alla ricerca degli obelischi e di altre tracce della presenza egizia a Roma. Passano spesso inosservati questi atletici ornamenti che decorano la nostra città, circondati da altre bellezze che distraggono l’occhio dalla loro rilevanza storica e artistica.
Stiamo parlando di 13 monoliti, dalle diverse caratteristiche iconografiche (alcuni anepigrafi, cioè sprovvisti di scritte), dimensioni ed epoche dinastiche, ma tutti accumunati dal medesimo materiale di costruzione: il granito di Assuan e dall’essere stati trasportati nella capitale dell’impero romano a partire dall’epoca di Augusto quali simboli di un potere che dopo la battaglia di Azio si era allargato alla gloriosa civiltà egizia.
Il nostro itinerario ha avuto inizio all’incrocio tra via del Quirinale e via delle Quattro Fontane: unico luogo al mondo dove è possibile ammirare tre obelischi (del Quirinale, Esquilino e di Trinità dei Monti). Associamo quello Esquilino a Papa Sisto V, che utilizzò il riposizionamento di diversi obelischi antichi ad indice della potenza della Chiesa e a riferimento visivo del riordino viario che stava ponendo in atto.
Breve sosta nella transennata Piazza Colonna per ammirare un Giove Pluvio scolpito sulla Colonna antonina a ricordo dell’intervento idrico “seguito” all’invocazione sollecitata da un sacerdote egizio al seguito delle assetate truppe romane (momentaneamente all’asciutto…) nella battaglia contro i Quadi … sembra il personaggio di un film fantasy …
La passeggiata ci ha quindi condotti davanti all’obelisco di piazza Montecitorio, e poi alla scoperta del perimetro dell’Iseo Campense, da cui provengono tanti pezzi scultorei più o meno noti sparsi in tutta la città.
Sosta a Santa Maria sopra Minerva per ammirare il sapienziale “pulcino” della Minerva, l’elefante disegnato da Gian Lorenzo Bernini, che regge un obelisco proveniente dall’Iseo; vicinissimo, l’obelisco del Pantheon e infine a piazza Navona, davanti alla fontana dei Quattro Fiumi, sempre di Bernini, felice connubio di due grandi civiltà. In cima, la colomba Pamphilj: è il papa Innocenzo X in persona che dispensa i raggi del sole, praticamente sostituendosi alla divinità solare per eccellenza: Ra.
Gli obelischi, nell’ambito dei templi di Iside e Serapide, erano il simbolo del favore, indubbio anche se altalenante, che alla religione orientale tributarono alcuni imperatori: Caligola, Domiziano, Commodo …
Nulla ci è rimasto degli impianti templari di riferimento e dobbiamo quindi ringraziare la nostra guida Federica Di Folco per la coinvolgente ricostruzione dei monumenti e per la rievocazione degli eventi correlati, non da ultimo le fasi e le tecniche di realizzazione degli obelischi, decisamente straordinarie considerando le conoscenze e le tecnologie disponibili all’epoca.
E anche stavolta due ore volate, nessuna fatica, quasi un percorso augurale di riappropriazione della città.
Grazie per le foto a Mario Scandale.