Un tiepido pomeriggio di fine inverno ha fatto da cornice alla nostra passeggiata sull’Aventino, il più periferico fra i colli dell’antica Roma. L’accezione è però solo geografica. Ad esso sono infatti legati importanti miti: quello della fondazione della città (Remo lo scelse come punto di avvistamento degli uccelli nella sfortunata disputa con il fratello Romolo) e quello di Ercole e Caco, il perfido figlio di Vulcano che ebbe l’infelice idea di rubare alcuni buoi ad Ercole, forzuto eroe giramondo.
Passando ad eventi storicamente più solidi, il luogo viene ricordato per alcune primizie: il clivus publicius è stata la prima strada lastricata a permettere la salita al colle e, nel V secolo A.C.,e la prima secessione della plebe per richiedere la rappresentanza tribunizia.
Ma i resti dell’antichità (templi, domus, terme …) sono ormai persi, o non visitabili e la passeggiata si è di fatto snodata nella visita a due luoghi di culto.
Nel primo, la basilica di Santa Sabina, abbiamo ammirato la bellissima porta lignea di V secolo con pannelli con scene dall’Antico e Nuovo Testamento, a rappresentare la continuità tra la legge Mosaica, gli insegnamenti dei profeti e la fede cristiana. Anche l’interno è ricchissimo di storia ed arte: la ‘Schola Cantorum’ del IX secolo, ricostruita (in modo almeno discutibile) ad inizio ‘900 e la cappella dedicata a San Giacinto con gli affreschi di Federico Zuccari.
Nel secondo, la basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, siamo stati catturati dalle curiose vicende di Alessio, patrizio romano che rinunciò al matrimonio per farsi mendicante e morire (in incognito) proprio nella casa del padre, sotto una scala. Non viene ricordato per gesta miracolose, la sua santità è di tipo molto particolare, a dir poco, ma sta di fatto che le sue “non gesta” hanno ispirato brani letterari e musicali. Le vie della santità si confermano imponderabili.
Ci siamo salutati in piazza dei Cavalieri di Malta, progettata dall’istrionico Giovan Battista Piranesi per l’ordine religioso cavalleresco nato per finalità assistenziali che – per volontà di Giovanni Battista Rezzonico, Gran Maestro dell’Ordine, nel 1764. La passeggiata è terminata con un thé caldo in un bar di culto, quello che si trova nel giardino di S. Anselmo.
Quanto sopra è solo un minimo estratto di quanto esposto con consueta competenza dalla nostre guide Rossella Faraglia e Sara Millozzi.