Il colle più meridionale, quello escluso dal pomerio sebbene legato alla leggenda fondativa di Roma, viene descritto dalle fonti antiche come un luogo impervio e boscoso, abitato in età regia dai profughi delle città del Lazio conquistate; durante l’età repubblicana mantenne un carattere spiccatamente “plebeo” per poi trasformarsi in età imperiale in un quartiere residenziale con domus splendide, spesso dotate di terme private come quella di Licinio Sura. Quasi completamente distrutto durante il saccheggio dei Goti del 410 d.C., sulle rovine cominciano a sorgere, in età paleocristiana e altomedievale, edifici monastici e basiliche, tra cui Santa Sabina, che tutt’oggi caratterizzano l’Aventino come luogo appartato e sospeso nel tempo.
Durante la nostra passeggiata sul colle si sono alternati la ricostruzione mnemonica dei luoghi alle testimonianze attuali dei suoi edifici in un percorso che è partito dall’VIII secolo a.C. per finire nel XVIII inoltrato con le opere di Giovanni Battista Piranesi per i Cavalieri di Malta. È di pertinenza di quest’ordine il famoso “buco” da cui si vede la Cupola di San Pietro.
- A cura di: Rossella Faraglia e Sara Millozzi
- Durata: 2 ore circa
- Quota: € 10,00 visita guidata
- Appuntamento: Piazza Pietro d’Illiria, all’ingresso del Giardino degli Aranci