Una fredda e tersa mattinata ha fatto da cornice alla nostra passeggiata sul colle Celio, nome le cui origini risalgono a Celio Vibenna, un etrusco che avrebbe collaborato con Mastarna, identificato con Servio Tullio.
Appuntamento davanti alla basilica dei Ss. Quattro Coronati, scultori pannonici che subirono il martirio sotto Diocleziano, assimilati a un altro gruppo di santi, venerati nella stessa chiesa. Un complesso di massiccia consistenza, ricco di spazi sacri edificati a partire dal IV secolo, ambienti che abbiamo avuto modo di ammirare in precedenti occasioni ma purtroppo non attualmente visitabili.
Abbiamo invece potuto visitare la basilica di Santo Stefano Rotondo, lungo l’antica via Celimontana costeggiata da tratti dell’acquedotto Neroniano. All’interno della chiesa ci siamo soffermati sulla cappella di VI secolo dei Santi Primo e Feliciano. Il mosaico ha una rara iconografia della croce gemmata con immagine clipeata di Gesù, che ha molte affinità con l’immagine del Salvatore nella coeva cappella di San Venanzio nel vicino Battistero lateranense.
La basilica di Santa Maria in Domnica ci ha poi accolto con il suo splendido mosaico absidale voluto da papa Pasquale I, con una Madonna in trono decisamente ancora bizantina.
Ormai interrati sotto le due chiese, i resti dei Castra Peregrina e della Caserma della V Coorte dei Vigili.
Abbiamo quindi attraversato uno dei piccoli polmoni verdi di Roma, villa Celimontana, i cui esemplari arborei sono testimoni silenziosi di tante vicende storiche, per giungere alla meta ultima del nostro tour, la basilica dei Ss. Giovanni e Paolo. Sono ricordati per essere fra gli ultimi martiri in un’epoca in cui il cristianesimo si era ormai affermato, cioè durante il breve regno di Giuliano l’Apostata che tentò il colpo di ristabilire il paganesimo.
L’azzurro privo di nuvole del cielo faceva da sfondo allo splendido campanile della chiesa, edificato sulle sostruzioni del tempio di Claudio, avvelenato e poi divinizzato (dalla stessa persona …) come poteva accadere in passato a Roma. Caratteristico, qui come in altre costruzioni del suo tempo, è il bugnato rustico dei blocchi di travertino.
Questo e molto altro abbiamo ascoltato, grazie alla competenza della nostra guida Rossella Faraglia.