Velabro viene da Velus che in latino significa “palude”. In effetti, anche se bonificata già nel VI secolo a. C. con la canalizzazione delle acque nella Cloaca Massima, la valle in cui sorge questa chiesa continuò ad essere allagata dalle piene del fiume. Nel V secolo vi sorse, inglobando strutture di età severiana, una diaconia, cioè una struttura dedicata al sostentamento dei poveri, costituita da un’aula absidata e da un’altra aula per la raccolta delle derrate. Questo semplice edificio venne eretto in chiesa nel VII secolo ed essa venne dedicata a S. Sebastiano. Nel secolo successivo il papa greco Zaccaria la dedicò al santo martire di Cappadocia Giorgio la cui testa, con una cerimonia solenne, venne traslata allora nella chiesa. Successivi interventi ne stravolsero l’aspetto, restituito nelle sue forme medievali dal Muñoz nel 1926.
Sia il portico che le navate utilizzano pregiato materiale di spoglio e l’interno conserva nell’abside un affresco attribuito a Pietro Cavallini.
A cura di Stefania Botti
Appuntamento: ore 10:00, Via del Velabro, 19
Costo: € 7,00 visita guidata